Un’agenda in comune, a loro insaputa

Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul sito web della rivista SudCritica il 26 dicembre 2012.

Il 23 dicembre viene pubblicato, quasi contemporaneamente, su agenda-monti.it e sul sito del Corriere della Sera, un documento intitolato “Cambiare l’Italia, riformare l’Europa – Un’agenda per un impegno comune”, a firma Mario Monti, nota alle cronache come “l’agenda Monti”.

Ci si aspetterebbe che i due file siano identici, ma così non è. Particolare rumore, almeno in rete, è scaturito dalla scoperta dell’autore materiale, per così dire, di uno dei due documenti, quello pubblicato dal Corriere: trattasi del prof. Pietro Ichino. Il file risulta stato creato alle 21.56 del 23/12, utilizzando Acrobat 8 per Windows e Microsoft Word.

L’altro documento, invece risulta essere stato editato per ben 6 volte e quindi salvato come file PDF da tale “Nevio” alle 20.40 dello stesso giorno utilizzando Pages su OS X, sistema Apple.

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Sulla polemica nata in rete attorno al ruolo di Ichino c’è poco da dire. Il senatore scrive sul suo blog (http://www.pietroichino.it/?p=24780): «I frequentatori di questo sito sanno bene che Enrico Morando e io, nell’ambito di un’iniziativa politica intitolata L’agenda Monti al centro della prossima legislatura, abbiamo presentato questo memorandum a un’assemblea pubblica che si è svolta a Roma il 29 settembre scorso. Che Mario Monti stesso abbia attinto, nel capitolo “lavoro”, alcune parti di quel memorandum, lo ha detto lui stesso pubblicamente e risulta anche dalle coincidenze testuali. Che infine, all’origine, il suo staff possa avere scaricato il documento dal mio sito, non sembra possa considerarsi materia per un “giallo”».

Peccato che sul suo sito di questo “documento” non ci sia traccia: le sole “coincidenze testuali” si riscontrano sulle pagine del suo sito. Anche ammettendo uno spregiudicato copia-incolla operato dallo staff di Monti partendo dai post del blog di Ichino, non si capisce come sia possibile che il suo nome sia riportato nel campo “autore” del documento. L’unica spiegazione possibile è che il documento sia stato, magari anche solo per una revisione dell’ultimo minuto, aperto, elaborato ed infine salvato da un software licenziato al prof. Ichino (Adobe Acrobat 8 o più probabilmente Microsoft Office 2007).

Acrobat è solito, infatti, inserire il nome dell’utente a cui è registrato nel campo “autore” del file pdf che viene salvato o, nel caso in cui il pdf sia il frutto della conversione da un altro formato documentale (in questo caso Word), ricopia il nome dell’autore estraendolo dal file originale.

Questo dato diventa ancor più lampante se si prende in considerazione qualche altro documento pdf pubblicato sul sito del prof. Ichino: ad esempio quello disponibile all’indirizzo http://www.pietroichino.it/wp-content/uploads/2012/12/Anasfim.14XII12.pdf, creato anch’esso con Office 2007 e Acrobat e riportante la stessa dicitura nel campo autore, “prof. Pietro Ichino”.

Tutti questi dati non possono darci la percezione di quanto lavoro il prof. Ichino abbia fatto sul documento, o quanto ne abbia fatto il suo staff, ma sono sufficienti per poter affermare che sia stato parte attiva nella produzione del documento stesso, e non solo “vittima” di un copia-incolla: uno scenario credibile è che Ichino abbia inviato allo staff di Monti alcuni documenti in formato Word da usare come punto di partenza per la stesura dell’agenda e che il metadato dell’autore sia “sopravvissuto” fino alla stesura finale e alla conversione in pdf, o al limite, che Ichino stesso o qualcuno del suo staff avessero una copia del documento finale e abbiano provveduto alla sua finalizzazione. Ciò che è certo è che la spiegazione data dal professore sul suo blog non regge.

Il nodo della questione diventa così squisitamente politico: in rete, qualcuno si è chiesto se non sia per lo meno imbarazzante che un senatore del PD scriva un documento programmatico in competizione con il proprio partito, o quanto sia etico partecipare attivamente alle primarie mentre si stende il programma politico di un altro schieramento (Ichino solo pochi giorni fa, prima del salto della quaglia, si era candidato alle primarie per scegliere i parlamentari del PD).

Oppure si potrebbe ironicamente notare che se Ichino è uno degli autori dell’agenda Monti e lo stesso Ichino lascia il PD perché il partito non segue la detta agenda, allora per sillogismo Ichino lascia il PD perché il PD non è d’accordo con Ichino.

Tornando al caso del file pdf, la memoria corre subito al 2009, quando un altro parlamentare italiano, l’on. Gabriella Carlucci, in una delle sue tante crociate contro la libertà di internet, mascherata da legge di contrasto alla pedofilia, pubblica una proposta di legge (https://leg16.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/pdf/16PDL0021370.pdf) che aveva un “autore materiale” quanto meno controverso.

La sua proposta di legge “Internet territorio della libertà, dei diritti e dei doveri”, pubblicata dall’Onorevole sul suo sito e ora rimossa, non aveva niente a che vedere con l’anti-pedofilia ed era piuttosto l’ennesima iniziativa anti-pirateria, «non una legge a tutela dei bambini dunque ma una legge a tutela del portafoglio dei soliti (pochi) noti» scrive Guido Scorza sul suo blog (http://www.guidoscorza.it/?p=623). E anche in quel caso, l’autore del documento risultava essere una persona diversa di chi ci si aspetterebbe, nel caso specifico Davide Rossi, allora presidente della Unione Italiana Editoria Audiovisivi. Al di là del palese conflitto di interessi, ci terrei a sottolineare il primo comma dell’art. 2 del ddl Carlucci: «È fatto divieto di effettuare o agevolare l’immissione nella Rete di contenuti in qualsiasi forma (testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) in maniera anonima».

Quindi, ricapitolando, un commento sotto il blog della Carlucci deve essere riconducibile al suo vero autore, una proposta di legge che deve essere discussa dal parlamento italiano invece no.

Il reiterarsi di questi casi dimostra essenzialmente due cose, una già nota, l’altra meno: in primo luogo, i politici italiani, nel migliore dei casi, preferiscono le cosiddette “manovre di palazzo” piuttosto che lasciare ai cittadini la possibilità di farsi un’idea chiara sulle loro proposte; nel peggiore invece essi sono dei meri esecutori delle volontà dei gruppi di pressione, famigli e compagni di merende. In secondo luogo, la loro costante sottovalutazione delle dinamiche della Rete, considerata alla stregua di un’agenzia di stampa dove ostendere l’ennesimo comunicato, mette in evidenza quanto poco l’attuale classe dirigente sia a proprio agio nel mondo digitale, che pur hanno la pretesa di normare. Per usare le parole di Mantellini (http://www.mantellini.it/2012/12/24/conseguenze-digitali/), «Monti è un tardivo digitale [e] la gestione di questo documento ha subito la usuale sottovalutazione di chi non capisce del tutto l’importanza di certe cose».

La Rete sa leggere ed è un peccato che persone come il prof. Ichino si appellino all’analfabetismo informatico dei loro elettori per negare l’evidenza.

Un’ultima curiosità: per chi si sia chiesto chi sia “Nevio”, possiamo con una certa sicurezza ricondurlo a Nevio Boscariol (https://it.linkedin.com/in/nevio-boscariol-4b659). La sua email figura infatti come contatto amministrativo per il dominio agenda-monti.it, e al momento risulta lavorare presso il giornale online firstonline.info. Mi sembra importante sapere chi è “l’altro” redattore del documento che scandirà il dibattito politico fino alle prossime elezioni…

[In filologia si chiama “critica del testo”: si analizza un testo, antico o moderno, alla ricerca di dati, talvolta metadati, che forniscano elementi per raccontare le vicende e le interpolazioni attraverso le quali quel testo è passato. In filologia serve per tentare di ripristinare il testo nella forma originale. Ai tempi di internet questa analisi può servire a capire le intenzioni degli autori di alcuni documenti, per esempio, in questo caso, l’agenda Monti, molto più di cento, sobrie, criptiche interviste al loro sedicente autore. E così si può ancora rilevare, solo en passant, fruendo delle informazioni raccolte in questo articolo che FIRSTonline è un giornale quotidiano di informazione su economia, finanza, borsa e mercato, un giornale che Boscariol – si dice sul giornale stesso – ha fatto nascere sul web come Chief Operating Officer. Boscariol figura anche responsabile del Settore Economico Servizi della presidenza nazionale dell’Associazione Religiosa Istituti Socio-sanitari (Aris), associazione che agisce sotto la vigilanza dell’Autorità Ecclesiastica (Conferenza Episcopale Italiana – C.E.I.) a norma dei cann. 298-299-305-322-325 del codice di diritto canonico, si ispira alle direttive del Pontificio Consiglio per la Pastorale degli Operatori Salutari e del competente organismo per la Pastorale Sanitaria della CEI. Del giornale web FIRSTonline e’ editore Ernesto Auci, giornalista ex amministratore delegato del Sole24Ore e della Stampa ed ex responsabile delle relazioni industriali della Fiat. Ora, da qualche mese, fa politica. Insieme a un gruppo di professionisti ha dato vita al movimento ‘Indipendenti per l’Italia – Cittadini per Monti’, che ha aderito al movimento ‘Verso la Terza Repubblica’ e che – guarda caso – oggi condivide “pienamente la Agenda per l’Italia” e s’impegna “per favorire la candidatura di Monti a presidente del Consiglio” dopo le elezioni del 2013. “Proponiamo che tutte le associazioni civiche e le forze politiche che condividono l`Agenda Monti – ha dichiarato Auci il 23 dicembre scorso – si incontrino ai primi di gennaio per definire una piattaforma comune e presentare una Lista Agenda Monti alle prossime elezioni politiche”.]